Basta percorrere 50 metri circa per visitare e ammirare un altro edificio divenuto tardo-barocco in seguito agli eventi calamitosi degli ultimi secoli ma che conserva diversi tratti delle epoche e delle correnti artistiche attraversate. Quello che oggi si palesa come Palazzo della Cultura “Museo Civico Franco Libero Belgiorno” affonda le sue radici nel 1500 quando, nello stesso sito, sorgevano il Monastero delle Benedettine e la Chiesa delle Sante Caterina e Scolastica. Dopo varie vicissitudini, l’edificio monasteriale passò al Governo regio (1860) e divenne sede del Tribunale di Modica dal 1862 al 2003, sede della Società Operaia di Mutuo Soccorso (dal 1881) e fino a pochi decenni fa anche sede della Corte d’Assise. Dal 2003 l’immenso stabile ospita il museo civico-archeologico intitolato all’illustre intellettuale modicano Franco Libero Belgiorno. Dell’antico impianto restano al piano terra due atrii e qualche colonna e, con immensa sorpresa, durante dei lavori di restauro, il rinvenimento, sotto l’intonaco della parete di una camera, di un magnifico confessionale in pietra complessivo di pareti divisorie e grate in metallo.