Basta proseguire per qualche altro metro e ci si ritrova, lateralmente, al cospetto del diamante barocco di Ragusa Ibla: il Duomo di San Giorgio. Ammirare frontalmente questo colosso del ‘700 regala una straordinaria visione che viene accentuata non solo dalla scalinata ma anche dalla sua posizione obliqua rispetto alla piazza tale da creare degli effetti plastici che ne amplificano l’imponenza. Prima del terremoto del 1693 la chiesa era ubicata nella parte est del borgo, considerando però che il sisma aveva distrutto tutto si pensò di ricostruirla in una posizione più dominante in relazione all’abitato. Il nuovo progetto fu affidato al netino Rosario Gagliardi e la prima pietra fu posta il 28 giugno del 1739 come si evince da una lapide murata sul lato destro della scalinata. La facciata a torre con campanile annesso nel prospetto e terminante con una cuspide a bulbo – sotto la quale si legge la data della fine dei lavori 1775 – è una delle peculiarità del progetto del Gagliardi. All’interno, il Duomo presenta un impianto a croce latina con tre navate divise da dieci imponenti colonne con base di pietra pece e preziose decorazioni su cornicioni e capitelli ad opera degli scultori Giambattista Muccio e Giorgio Nobile (1779-1781). La bellissima cupola a doppia calotta, dalla paternità discussa, si erge all’incrocio del transetto con la navata centrale. Le opere che arricchiscono la già magnificente chiesa sono molte: diverse tele dei maggiori artisti siciliani del ‘700 – D’Anna, Tresca, Manno; la statua del Santo a cavallo dello scultore palermitano Bagnasco realizzata nel 1874 e il reliquiario in argento di Domenico La Villa del 1818, entrambi portati in processione durante la festa; infine il grande organo della ditta Serassi, datato 1887, e denominato “organum maximum”.