Chiesa di Santa Maria la Nova

Il terzo sito barocco è Santa Maria La Nova, la più grande per estensione della città di Scicli, precedentemente detta ‘Santa Maria della Pietà’, e si trova in fondo all’omonima cava. Le notizie storiche relative alla chiesa, e alle opere edilizie che la riguardarono pre e post sisma del 1693, sono dibattute, tuttavia una data segna un momento importante per le sorti di questa basilica: il 1567, anno in cui Pietro Di Lorenzo Busacca fece testamento e lasciò tutti i suoi beni alla Confraternita. I primi interventi – fine ‘700 – interessarono l’abside e la facciata, mentre i successivi furono più complessi, durarono oltre trent’anni ed interessarono soprattutto le navate, abbellite grazie all’estro del Gianforma. Oggi la basilica presenta una facciata a tre ordini: il primo comprende il portale con colonne e capitelli ionici; il secondo, ospita una grande finestra con particolari ionici; il terzo include la torre campanaria, abbellita con corone, e una balaustra lapidea. L’interno, costituito da una navata centrale e due laterali divise in tre cappelle ciascuna che chiudono in cupole emisferiche, è opulento di opere d’arte. L’abside custodisce il grande dipinto ‘Natività di Maria’ datato tra la fine del ‘700 e gli inizi dell’800. Gli altari di destra ospitano: la statua di San Francesco; il monumento ligneo ricoperto di lamine d’argento dedicato alla ‘Vergine Maria Immacolata’; e il pezzo forte della religiosità sciclitana, la statua lignea del ‘Cristo Risorto’ chiamato ‘Uomo Vivo’ o ‘U Gioia’ (1796 ca.), che durante le festività pasquali è trasportata per la città dalla folla adorante. Le cappelle di sinistra custodiscono: una scultura raffigurante San Giuseppe che tiene in braccio il bambino Gesù; il prezioso simulacro della ‘Vergine della Pietà’, dalle origini controverse; e la statua della ‘Madonna col Bambino’ detta ‘delle Nevi’, alla cui base è incisa la data del 1496 oltre a bassorilievi raffiguranti la vita di Sant’Anna, come l’incontro con Gioacchino e la nascita di Maria. Nella volta, cinque splendide tele datate 1858.

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