In tempi antichi era chiamata Urbs Gratissima (‘città benvoluta’) oltre che ‘Regina dei Monti Erei’, probabilmente complice la sua posizione, perfettamente mediana rispetto a due grandi pianure siciliane: la piana di Gela e quella di Catania. Poche, o quasi nulle, notizie sono giunte prima del sisma del 1693, per questa ragione si dice che la città di Caltagirone fu ricostruita ab imis fundamentis. Il nome è sicuramente di matrice araba e significa ‘castello delle grotte’, forse per le numerose spelonche presenti in zona.
La caratteristica che difende questo borgo di poco più di trenta mila abitanti e che rappresenta una costante e un marchio di appartenenza da diversi secoli ormai riguarda le preziose maioliche fatte con argille locali. Di queste piastrelle policrome ne è variopinta tutta la città, come le alzate della Scalinata di Santa Maria del Monte o il Museo della ceramica – sito in un originale edificio degli anni cinquanta in pietra calcarea, il cui ingresso è preceduto da un armonico portico ad arcate sostenute da pilastri e colonne – e sono anche molto apprezzate dai viaggiatori che non lasciano Caltagirone senza portare con loro un po’ di quel colore.