Iniziamo il tour delle chiese barocche da quella che l’architetto Portoghesi definì “una perla dentro le valve di una conchiglia”, San Bartolomeo. Subì dei lavori di ricostruzione intorno al 1752. La facciata ha un’impostazione piramidale e presenta elementi tardo barocchi e neoclassici; si costituisce in tre ordini: il primo si caratterizza per le colonne in stile dorico e due statue in funzione sepolcrale, realizzati da Francesco Lucchese nel 1631, in onore di Don Vincenzo Miccichè e il padre Don Giuseppe Miccichè, illustri benefattori sciclitani; il secondo, in stile ionico; il terzo in stile corinzio, il quale ospita la loggia campanaria e più in alto la cupola costolonata. Gli elementi di pregio del prospetto, a cui lavorarono – tra la fine del ‘700 e il 1815 – Antonio Mazza, Salvatore Alì e P. Ventura, sono: una statua della Madonna con Gesù Bambino al centro, sopra il portale, e ai lati, le quattro statue dei santi Pietro, Paolo del Marabitti, Bartolomeo e Guglielmo. All’interno la bellezza degli arredamenti lascia senza fiato. Una navata unica a croce latina ospita tesori di indicibile fascino: primo fra tutti il Presepe settecentesco dello scultore napoletano Pietro Padula su cui lavorò dal 1773 al 1776 e di cui purtroppo sono rimaste solo 29 statuine delle 65 originarie; la tela del ‘Martirio di San Bartolomeo’, opera di Francesco Pascucci del 1779, e la ‘Santa Cassa’ in argento, situata nel transetto, contenente un Gesù Bambino nudo che i devoti chiamano ‘Cicidda d’oro’ e che portano in processione il giorno di Natale.