Nella parte sud-orientale della città, in prossimità di una vallata, sorge la chiesa, e l’annesso parco, in onore di Santa Maria la Vetere, inizialmente dedicata a Santa Maria della Stella e rinominata così per distinguerla dalla vecchia costruzione. Sul luogo, alla fine degli anni ’80 del secolo scorso, vennero avviati dei lavori di scavo per ricostruire le varie fasi edilizie: un insediamento tardo-antico per la presenza di pozzi scavati nella roccia calcarea; un presunto abitato normanno per alcune tracce di affreschi e un capitello con motivi arborei; la chiesa del ‘400 per i resti di alcuni frammenti murari che fanno supporre l’assetto a tre navate. Sotto il pavimento di natura calcarea sono state ritrovate anche tombe a “fossa”, monete e maioliche attestabili tra il ‘500 e il ‘600. Saranno Blasco II Barresi, dalla seconda metà del ‘400, e la sua progenie – il figlio Antonio Pietro Barresi e il nipote Giovan Battista – ad occuparsi del sito con lavori di rifacimento e ampliamento come il portico detto “le Pennate” e il “protiro” della Vetere. Il portale, che porta la data del 1506 nell’architrave, presenta importanti rilievi. Dopo l’incendio del 1618, Donna Margherita porterà avanti il progetto di ristrutturazione con particolare attenzione al rifacimento della navata centrale, separata da quelle laterali da pilastri in pietra in cui compaiono sontuose cappelle. In seguito al terremoto del 1693, quello che resta della chiesa di Santa Maria la Vetere è solo la navata laterale destra, delimitata da un gruppo di archi a pieno centro su pilastri in pietra, e il protiro.